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domenica 30 settembre 2012

Riordino Province: il documento approvato dal consiglio comunale di Latiano

Riportiamo il documento approvato dal consiglio comunale di Latiano (tratto dall'ALBO PRETORIO sul sito internet www.comune.latiano.br.it):

"DELIBERAZIONE ORIGINALE DEL CONSIGLIO COMUNALE
N. 34 del Reg. Gen.
Data 26-09-2012
Art. 17 del D.L. n. 95/2012 convertito con modificazioni dalla legge 06/08/2012, n. 135 e Delibera
Consiglio Ministri n. 39 del 20.07.2012 - Riordino delle Province - Discussione - Provvedimenti
conseguenti.
(........)
Premesso che:
L’istituzione della Provincia di Brindisi risale al 2 gennaio 1927, quando fu scorporata dall’Antica
Terra d’Otranto;
La storia di Brindisi e la sua posizione geografica, hanno fatto di questa provincia un punto
fondamentale per i rapporti con la sponda opposta, con tutto il Mediterraneo e con l’Oriente;
Il porto naturale di Brindisi ha permesso nei secoli uno sviluppo economico e sociale, con grandi
vantaggi non solo per il territorio brindisino, ma anche per l’intera regione e per tutta la penisola;
Non è un caso che Brindisi e la sua provincia siano state collegate con l’allora capitale dell’Impero,
Roma, tramite la famosissima Via Appia, la più importante strada romana, tanto da essere
denominata “Regina viarum”, i cui resti sono visibili ancora oggi lì dove terminava, con le colonne
romane e la scalinata che scendeva al porto.
Nel novecento Brindisi è divenuta centro di grande interesse imprenditoriale grazie al porto ed
all’aeroporto, che hanno assunto via via un ruolo fondamentale sia in campo militare sia in campo
civile.
Nei tempi moderni è stata simbolo della solidarietà internazionale per le sue grandi doti di
accoglienza nei confronti dei vari esodi, che hanno portato nel nostro territorio migliaia di persone
che la gente residente ha saputo accogliere ed integrare; non a caso oggi è la sede logistica
dell’O.N.U. per gli aiuti umanitari relativi alle varie emergenze internazionali.
Oggi è un importante centro culturale e commerciale, attiva nell’agricoltura e nell’industria,
soprattutto chimica ed energetica.
Alla luce di quanto sopra, è evidente che la storia della provincia di Brindisi non può essere
annullata da un decreto legge che non tiene conto che Brindisi sia stata anche capitale d’Italia,
successivamente alla fuga da Roma di Vittorio Emanuele III, tra il settembre 1943 e il febbraio
1944.
Il Decreto Legge n. 92/2012 convertito dalla legge n. 135 del 07.08.2012 recita, tra l’altro, che al
fine di contribuire al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica imposti dagli obblighi
europei necessari al raggiungimento del pareggio di bilancio, tutte le province delle regioni a
statuto ordinario saranno oggetto di riordino qualora non rispondano ai requisiti di estensione e
popolazione: 350.000 abitanti e 2.500 Kmq.
La provincia di Brindisi conta 410 mila abitanti ed un territorio esteso per 1.839 Kmq. Poiché il
numero di abitanti supera di gran lunga quello richiesto e solo il territorio risulta essere di poco
inferiore, si chiede, alla luce della sua storia, della sua cultura, del suo volano commerciale, per le
doti non comuni sopra citate, che non venga soppressa come Provincia di Brindisi.
Per quanto sopra,
IL CONSIGLIO COMUNALE DI LATIANO
CHIEDE
Al Consiglio dei Ministri di rivedere la propria deliberazione n. 39 del 20.07.2012 circa i criteri
per il riordino delle province, perché quelli utilizzati ledono la storia, l’identità della Provincia
di Brindisi, lo stesso dettato Costituzionale ed inoltre privano gli enti locali del loro diritto a
partecipare al processo decisionale.
In subordine, che venga presa in considerazione la proposta di costituire una provincia unica:
Lecce – Brindisi – Taranto, con la suddivisione delle competenze tra i tre capoluoghi. Tale
operazione andrebbe a vantaggio di una ulteriore riduzione di spesa pubblica;
In ultima analisi, una soluzione unitaria di tutto il territorio brindisino, affinché non venga
mortificata la storia, la cultura e l’economia del nostro territorio;
In caso negativo, un differimento dei termini per consentire una consultazione popolare.
**************
Non essendoci altre proposte di intervento, il Presidente pone ai voti l’ordine del giorno, il
quale viene approvato alla UNANIMITÀ".

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