Riceviamo e pubblichiamo:
L’ex Sindaco Vittorio Madama mi ha esortato pubblicamente ad interessarmi per l’attivazione di un “Ospedale di Comunità” a Latiano ed ha ipotizzato l’allocazione di tale Servizio presso Villa Romatizza (immobile nella disponibilità della Regione Puglia) oppure presso l’Istituto Caterina Scazzeri (immobile di proprietà comunale).
Confesso di essere in imbarazzo ad occuparmi in veste politica, in rappresentanza della mia Città, di questioni che - doverosamente scevro da ogni preferenza - posso trattare in veste professionale.
Penso, tuttavia, che la Città di Latiano disponga, oggettivamente, di tutte le caratteristiche per proporsi quale sede di un Ospedale di Comunità e pertanto il mio impegno in tal senso diviene giusto oltreché comprensibile.
Anzitutto, allora, chiarisco la portata dell’obiettivo: l’Ospedale di Comunità, al di là della roboante denominazione (“Ospedale”, appunto) è - per dirla in maniera chiara a tutti, sotto il profilo dimensionale - un “reparto” di degenza poiché può contare all’incirca su venti posti letto. L’assistenza ai pazienti, presso tale Servizio, è assicurata dai Medici di Medicina Generale che vi aderiscono e da personale (h24) infermieristico ed operatore socio-sanitario dipendente ASL; il Servizio di Continuità Assistenziale (cosiddetta “guardia medica”) garantisce l’assistenza medica prefestiva, festiva e notturna; i medici specialisti, dipendenti o convenzionati ASL, assicurano le consulenze specialistiche necessarie.
Va notato che Latiano dispone già di qualche elemento favorevole al concretizzarsi dell’iniziativa: c’è la guardia medica (che magari andrebbe solo riallocata in contiguità logistica all’Ospedale di Comunità) e c’è la postazione “118” (fondamentale, questa, se ci sarà da accogliere sul territorio una struttura di degenza h24 di pazienti che, pur non presentando patologie acute ad elevata necessità di assistenza medica, non possono essere assistiti adeguatamente a domicilio – es.: malati affetti da patologie croniche a bassa complessità assistenziale che periodicamente necessitano di terapie particolari, oppure persone che a seguito di malattie acute o evolutive necessitano di terapie difficilmente erogabili a domicilio).
Circa la sede, poi. Escluderei Villa Romatizza, date le caratteristiche logistiche dell’Ospedale di Comunità ed anche in considerazione del notevole impegno economico che richiederebbe un qualsiasi intervento di riattivazione di quella imponente e bellissima struttura (che andrà probabilmente destinata a scopi più ambiziosi, forse necessariamente implicanti la - consistente - partecipazione di capitali privati).
L’Istituto Caterina Scazzeri nei giorni scorsi è stato individuato dalla ASL di Brindisi quale sede più idonea ad ospitare la campagna di vaccinazione: questo per dire di quanto quella struttura sia tuttora “competitiva”.
A proposito dell’Istituto Caterina Scazzeri, però, per quanto il tema dell’utilizzo della struttura debba essere slegato dalla vicenda dell’azienda speciale “Pio Istituto Caterina Scazzeri” in fase di liquidazione, credo che valga finalmente la pena di tentare - in base al Regolamento Regionale 23 luglio 2019 n. 16 - l’accreditamento dei posti della ex RSSA; la proroga dei termini procedimentali accordata dal Dipartimento Promozione della Salute (nota prot. AOO_183/1981 del 5/2/2021) per tutte le strutture regionali interessate offre l’opportunità di salvare (direi, in termini calcistici, “al novantesimo minuto”) ciò che l’attività, economicamente deficitaria, dell’azienda speciale ha pur prodotto (oltre il servizio reso agli anziani ospiti): la possibilità di accreditamento di 18 posti.
Ebbene, presso l’Istituto Caterina Scazzeri credo proprio che ci sia spazio sufficiente ad ospitare (peraltro al riparo da ogni promiscuità, data la strutturazione quadrangolare, intorno al chiostro centrale, con vie di accesso separate ed anche prospicienti su strade diverse), contestualmente, sia l’Ospedale di Comunità, sia il Servizio di Continuità Assistenziale, sia la Residenza per Anziani.
Sono certo che il Sindaco Mino Maiorano sarà disponibile a formalizzare la candidatura di Latiano quale sede di un Ospedale di Comunità e credo che si possa proporre di allocare tale struttura presso l’Istituto Caterina Scazzeri.
Il Direttore Generale della ASL di Brindisi valuterà l’istanza del Sindaco di Latiano unicamente in ragione di una logica mirata ad omogeneizzare il Servizio Sanitario sul territorio provinciale (senza zone di serie “A” e zone di serie “B”): credo che il merito più grande del Presidente Michele Emiliano consista nell’aver consentito a tutti i Direttori Generali delle Aziende del SSR di agire senza dover mai accusare l’eventuale condizionamento dei rappresentanti politici (ai diversi livelli).
Rispetto all’iniziativa di realizzare un Ospedale di Comunità a Latiano, la considerazione della classe politica di Brindisi e Provincia andrà però osservata con riferimento all’egoismo, od all’altruismo, di cui i vari “campanili” daranno prova (vedremo, insomma, se si proporranno iniziative concorrenziali o sostitutive).
Capiremo - dalle reazioni dei Parlamentari, nazionali e regionali, dei Sindaci, dei Sindacati e dell’Associazionismo - quale ruolo si intenda riconoscere alla Città di Latiano nella loro rispettiva visione della Provincia di Brindisi.
f.to: Gabriele Argentieri
Presidente del Consiglio Comunale di Latiano
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