Riceviamo e pubblichiamo:
"GLI ECOPACIFISTI QUESTA VOLTA NON CI SONO.
Sul primo aspetto bisogna evidenziare come il nostro gruppo che, è bene sottolinearlo, con il suo simbolo, con la sua tradizione politica è il più longevo nel panorama politico latianese , ha saputo mantenere coerentemente un atteggiamento e fatto scelte che hanno come orizzonte problematiche che travalicano gli ambiti a volte angusti dei provvedimenti amministrativi riferiti ad una piccola comunità o a un territorio circoscritto. Quel “pensare globalmente e agire localmente” non è stato solo uno slogan mutuato dai movimenti ambientalisti ma un modo di approcciarsi alle decisioni avendo una visione che va oltre le questioni contingenti:la spinta ad incrementare gli spazi verdi , un approccio di tutela del paesaggio spesso minacciato da scelte tendenzialmente dirette ad incrementare la cementificazione, le problematiche che riguardano la tutela degli immigrati e le popolazioni che vivono condizioni di oppressione all’interno dei loro stati, le richieste di maggiori spazi e strumenti per i soggetti particolarmente disagiati che vivono sul nostro territorio. Le mozioni, interrogazioni e interpellanze presentate su queste problematiche quasi mai hanno trovato ascolto, nella classe politica latianese. Sono rimaste inascoltate le nostre richieste di eleggere un rappresentante delle comunità degli stranieri in consiglio comunale. Non si votò a suo tempo una nostra mozione di richiesta di bloccare i famigerati decreti Salvini sull’immigrazione che, tra le altre cose, chiudevano l’esperienza degli Sprar presente anche a Latiano. Non ha avuto mai nessun riscontro una nostra richiesta per realizzare gli orti sociali sul nostro territorio a vantaggio e per un maggiore inserimento di soggetti disagiati psichici, e non solo, ospiti delle tante strutture che insistono nel nostro comune. Questi sono alcuni degli esempi su cui abbiamo richiesto prese di posizione chiare e provvedimenti amministrativi concreti, ma che non hanno trovato sufficiente sensibilità nella classe politica latianese. Fa specie, ad esempio, vedere adesso in alcune liste, candidati espressione delle comunità straniere presenti nel nostro comune; ma quando si è trattato di dare voce effettiva eleggendo un loro rappresentante (seppur con voto consultivo), la nostra classe politica ha fatto cadere nel vuoto tale tentativo. Ma si sa che la campagna elettorale è costellata di tante buone intenzioni che poi non si ha il coraggio o la cultura adatta per farle realizzare.
Proprio quest’ultimo aspetto è diventato determinante per maturare la scelta per la quale, in questa tornata elettorale, il gruppo degli Ecopacifisti decide di non presentarsi. Le vicende amministrative più recenti hanno evidenziato in modo drammatico come la coerenza delle scelte rispetto ai programmi e agli intenti presentati in campagna elettorale, sono quasi diventati un disvalore. Lo stravolgimento sostanziale della dialettica tra maggioranza ed opposizione ha stravolto a sua voltai programmi e gli obiettivi tanto strombazzati in campagna elettorale che, invece, si sono piegati facilmente alla logica del perseguimento di risultati immediati che magari hanno accontentatouna propria fascia di elettorato e una serie di interessi particolari, ma che hanno fatto perdere di vista le finalità di lungo termine che privilegiano il tanto più volte decantato bene comune. Questa stessa logica, con altrettanta scaltrezza, ha portato a modificare la maggioranza in consiglio comunale pur di restare a galla e continuare a sopravvivere, naturalmente capovolgendo quella che era stata la volontà popolare espressa col voto.L’amministrazione Maiorano dando vita ad una nuova maggioranza supportata da Salvatore De Punzio e Giovanni Bruno (avversari nella campagna elettorale), ha fatto saltare il percorso del nuovo PUG,il cui percorso si era ripreso con fatica,cedendo alla logica di De Punzio fautore del completamento del PdF (vecchio di quasi 50 anni) riprendendo a votare varianti urbanistiche che hanno accontentano alcuni ma che hanno complicano il percorso di una nuova pianificazione. Di contro i tentativi di introdurre maquillage al centro urbano, con discutibili progetti di rigenerazione, sono falliti miseramente non avendo appunto uno strumento urbanistico adeguato in cui inserirli. Stesso capovolgimento di fronte è avvenuto sul piano della trasparenza amministrativa. Si sono reintrodotte concessioni senza procedimenti di evidenza pubblica e approvati regolamenti che erano chiaramente indirizzati ad accontentare alcuni cittadini e non al perseguimento del bene comune. Un’altra questione importante riguarda la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Pur avendo raggiunto un buon livello di raccolta differenziata subiamo un nuovo contratto che non garantisce una riduzione delle tariffe perché non si è avuto il coraggio di farsi sentire (sia come comune che come ARO) a livello regionale per ottenere sul nostro territorio una impiantistica che possa permettere di chiudere in loco il ciclo dei rifiuti. Questi sono solo alcuni esempi tra i più rilevanti su cui la prima giunta Maiorano aveva il dovere di lavorare anche e soprattutto in un orizzonte di prospettiva medio-lunga. Persi questi 5 anni adesso tutto è più drammaticamente complicato. La Xilella sta devastando il nostro paesaggio agricolo con impatti che determineranno ricadute pesanti sul piano economico e ambientale. Il verde urbano sempre più misero. Il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti nelle campagne che continua indisturbato. Il centro urbano sempre più svuotato e privo di spazi destinati permanentemente alla socialità ma sempre pressato da una circolazione veicolare caotica e mai ben regolamentata. Una vivibilità urbana che sconta ritardi atavici e che ci fa allontanare maggiormente da realtà limitrofe molto più vive e attente a creare spazi accoglienti e decorosi.
L’aspetto più imbarazzante è che si arriva ad una contesa elettorale nella quale tre dei 4 protagonisti, fino a poche settimane fa tutti insieme a governare d’amore e d’accordo, ce li ritroviamo l’un contro l’altro senza che siano state spiegate le ragioni reali di tali scelte. Nessun cenno di autocritica da parte di nessuno ma solo la ricerca dell’affermazione personale. Ci spieghiamo così il diffuso transitare di tanti aspiranti consiglieri comunali da un gruppo ad un altro, fino a poco prima acerrimo avversario, che contraddistingue la formazione della liste. Si cambia appartenenza con la stessa facilità con cui si cambiano i vestiti da indossare ogni mattina. E’ scontato che non si tratta più di categorie politiche (destra e sinistra pari sono per la gran parte di loro) ma in molti casi neanche di un minimo di decenza.
Noi speriamo che i tanti giovani che sono coinvolti in questa campagna elettorale per la prima volta, al di là del politically correct che affermano sui social, non si facciano imbrigliare da tale ragnatela che blocca l’agire politico che dovrebbe essere indirizzato al perseguimento degli interessi comuni, perché ci sia la speranza che si torni ad un coinvolgimento serio nelle scelte che ci riguarderanno nei prossimi anni. Se si creeranno questi presupposti noi Ecopacifisti continueremo ad esserci convinti come siamo che la Politica (con la P maiuscola appunto) si può e si deve fare non solo nelle sedi istituzionali ma anche e soprattutto con il tessuto sociale e umano che la nostra comunità esprime in maniera vitale anche lontano dalle campagne elettorali!
Latiano, 26 agosto 2020
f.to: il gruppo degli Ecopacifisti".
--------------------------------
LA VOCE DI LATIANO: il blog dei latianesi, su internet dal 2002!