Riceviamo e pubblichiamo:
"Comunicato stampa sul Caso ILVA:
Grande è la preoccupazione per tutto ciò che sta accadendo a Taranto, città martoriata in cui nel pieno di una profonda crisi sociale ed ambientale c'è stato chi ha giocato sulla pelle delle famiglie tarantine e sulla pelle dei lavoratori dell'ILVA e del suo indotto, (non solo tarantini) avendo come scopo principale i propri profitti e facendo si che ri rispolverassero vecchi scontri tra ambientalisti o semplicemente cittadini colpiti dal dramma delle malattie e lavoratori che in modo altrettanto importante difendono il proprio lavoro. A questo tentativo di confondere le responsabilità noi non ci stiamo. Da parte dell'Ilva è in corso una "rappresaglia" mirata proprio a creare l'effetto panico, e scompiglio in città. Non è certo colpa dei verdi se i Riva in tutti questi anni non hanno mai voluto iniziare alcun miglioramento agli impianti ed in più sembrano di non volersi preoccupare nemmeno di attivare procedure di cassaintegrazione. L'unica parola che decrive questo è RICATTO. Ora se necesario bisogna intervenire anche sul patrimonio dei Riva e non permettere che scappino via dopo aver depredato una città ed averla portata ad una crisi sociale senza precedenti, così come condivido in pieno la proposta avanzata già diverso tempo fa dai Verdi-Ecologisti di classificare Taranto come “No Tax Area”, questo per attrarre investimenti ed iniziare comunque un difficile percorso di conversione che deve veder coinvolti necessari i lavoratori Ilva. Certo lo Stato non può far finta di non avere responsabilità e non può abbandonare Taranto senza nemmeno le bonifiche che vogliamo ricordare a tutti ancora una volta che significano comunque lavoro per diversi anni.le esperienze di riqualificazione industriale in giro per il mondo non mancano, dell’area della Ruhr, regione della Germania, a Bilbao in Spagna o nel caso più famoso per gli ottimi risultati dati sotto il profilo qualitativo ed o9ccupazionale di Pittsburgh, negli Stati Uniti, centro industriale dal 1850 al 1980 fin quando vengono riconvertite in produzione per la robotica, la biomedicina ed altro. Non vorremmo che prima o poi ci trovassimo a commentare situazioni similari a Brindisi in riferimento al suo polo industriali facendo finta che tante associazioni ed alcuni partiti politici non avessimo da anni posto il problema, non solo sui rischi alla salute, ma anche sulla necessità ad esempio di iniziare un percorso che porti alla conversione a gas delle centrali a carbone. Posizione che non si può certo definire estremista e che anzi assolutamente di buon senso. Soluzione di cui conosciamo perfettamente le difficoltà realizzative ma che sono condizione necessaria affinchè prima o poi anche Brindisi non viva ciò che sta accadendo a Taranto. Ci possono anche essere interventi di altra natura che a noi in questo momento sfuggono, l'importante è che qualcosa si muova immediatamente e non si lascino nel caos sociale i Tarantini ed i lavoratori dello stabilimento, ma ognuno finalmente si assuma le sue responsabilità.
Brindisi 27/11/2013
F:to: Il Presidente Provinciale Verdi Brindisi
Daniele Massaro".
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