I due studiosi approfondiscono le connessioni linguistiche e territoriali tra Mesagne e Latiano, e ridefiniscono i luoghi della commedia “Perna e Cola” immaginandoli nella masseria "Strusci". Di questo studio riferisce un articolo pubblicato su "La Gazzetta del Mezzogiorno" di oggi a firma di Claudio Argentieri. Urgese e Santoro traggono spunto dal ritrovamento del manoscritto della nota commedia religiosa da parte di Enzo Poci. A partire dall’antico documento, i luoghi della nota commedia religiosa vengono collocati non più nella masseria brindisina Strizzi, ma bensì in quella latianese Strusci, di cui restano ormai poche ma importanti testimonianze. “La ricerca – spiegano i due studiosi latianesi – si è sviluppata secondo i seguenti punti: analisi dell’opera teatrale ed estrapolazione delle caratteristiche della masseria e del territorio; ricerca bibliografica; indagine sul territorio”. Così da un attento studio del manoscritto del secondo decennio del 1800 sono emersi importanti indizi che portano ad ambientare la commedia (derivata dalla napoletana “Cantata dei Pastori”) proprio nella masseria al tempo di proprietà del notaio mesagnese Zefferino. Urgese e Santoro, facendo riferimento ad atti notarili e riferimenti bibliografici (Antonio Chionna, Vincenzo Gagliani) collocano la masseria, ormai scomparsa, tra le masserie Ospedale e Coltura, e più esattamente a 200 metri dalla chiesa del Casale di San Donato, una delle zone più antiche del territorio latianese. “Le ricerche – scrivono i due studiosi – hanno portato all’individuazione, nei pressi della neviera, di una costruzione che ha tutti i requisiti e le caratteristiche ricavabili dal testo teatrale, dalla bibliografia e dai resti notarili. La prova definitiva è venuta dall’individuazione del toponimo su una mappa del 1825 ritrovata da Giuseppe Spirito durante una ricerca riguardo “La partecipazione dei latianesi ai pellegrinaggi giubilari”, in cui la masseria viene indicata col nome italianizzato La Strugia”. Il contributo di Tommaso Urgese e Claudio Santoro prosegue poi con una ricostruzione dell’antico casale di San Donato, con la chiesetta di cui viene attestata la presenza già nel 1099, stando a quanto riferito dal più antico documento dell’archivio capitolare di Ostuni.
In foto: la chiesetta rurale di San Donato, una delle ultime testimonianze presenti in zona dell'antico Casale di San Donato.
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