Il parroco della Chiesa Madre mons. Angelo Altavilla, lascia la guida della Parrocchia Santa Maria della Neve al nuovo parroco don Salvatore Rubino, il quale inizierà il suo ministero domenica 4 settembre alle ore 11:00 con una Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo di Oria Mons. Vincenzo Pisanello.
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Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera a firma di Pietro Cati:
"il doveroso
da pietro cati via Kennedy, 19 Latiano (Br)
a:
Don Angelo Altavilla Parroco della chiesa matrice di Latiano (Br)
Sua Eccellenza Vescovo della diocesi di Oria (Br)
Sua Santità Papa Francesco - Casa Santa Marta - 00120 Città del vaticano
Media
Non per ultimo a tutti i Latianesi
Don Angelo, lasciati chiamare come ho sempre preferito: “padre francesco (atteso l’aver lasciato tutto il superfluo in età adulta per abbracciare la tua vocazione per cui chiamato)”, la tua uscita di scena nella forma in cui avvenuta, origina non poche e gradite interpretazioni, indi: mistero della fede, oppure misteri della chiesa? Perciò sia consentito esternare il proprio libero pensiero: lasci una complessa e incommensurabile meravigliosa opera d’arte, al suo terminar; non vi è peggior castigo per un’artista rescisso dall’affidato.
Lasci un popolo di Latinesi figli del Beato Bartolo Longo, composto, mite perbene e onesto, laborioso e credente, che non certo può essere infangato da quattro giuda che ti perseguitano.
- Plausi a coloro che ti hanno lapidato e perseverano (scagli la prima pietra chi è senza peccato ?) !
- Lode al Pilato che ti ha crocifisso, a questi nasce spontaneo suggerire di ritornare alla tua croce e aggiungere altri quattro chiodi, due per ogni mano e due per ogni piede, al fine di garantirsi che tu non discenda più.
- Omaggi agli aggiunti insani avvoltoi e/o iene, i quali, dementi e privi della minima conoscenza dei fatti e documentazione, con l’improprio uso dei social network, si autoproclamano giudicanti (?) emettendo gratuite e rapsodiche sentenze !
L’animale avvoltoio/iena, aggredisce e si nutre della preda quando esanime; tu, Don Angelo, sei vivo e rigoglioso nella tua chiamata.
Amatissimo Don Angelo, per quanto ti conosca, come Cristo, al Padre suo chiese di perdonare tutti quelli che non sapevano ciò che facevano, oso pensare che, anche tu hai perdonato questi stolti, i quali, non sanno quello che fanno;
tanto però, non basta: ti chiedo voler intensamente pregare per loro il Padre tuo, affinché anche Lui li perdoni; altrimenti sarò costretto a doverli sopportare anche all’inferno e sarà dura, poiché l’infermo è un passaggio infinito, diversamente, in terra che resta definito!
Ora è giunto il tempo in cui occorre che tu ti volti indietro per osservare il tuo immane coltivato e raggruppato gregge alla tua corte; ossia, l’opera d’arte pur incompiuta ma stupenda, non importa chi raccoglierà i tuoi frutti, ai votati a realizzare e coltivare, soventemente accade tanto.
Alle tue spalle troverai altresì due aratri: 2
- uno in stato di abbandono e di avanzata corrosione, poiché non ha mai operato e coltivato nulla; questo, appartiene a quei tonti soggetti che si nutrono del coltivato e selvaggina altrui (le iene o avvoltoi) ! Non avendo mai coltivato nulla per se, né per altri!
- Un altro, risplendente, questo è il tuo! Che ha sempre operato senza mai accusare fatica e chiesto nulla; riprendilo, respira forte, alza le spalle, china il Capo e come tua immane consuetudine, ripiglia a solcare e riporre a dimora altri semi, folto sarà il nuovo germogliare in virtù del tuo essere; di converso, non mancheranno i raccoglitori dei tuoi frutti.
Sua Santità, Papa Francesco, Voi gridate nel deserto, ove il vento spira a duecento kilometri l’ora e con sé muove una gran quantità di nebbiosa abbia che abrasa e depenna il tuo verbo; per rimuovere i mali occorrono i bisturi ed immediate ed energiche cure.
Nel tuo deserto, porta con te questo tuo servo, vedrà che, con la sua tenacia vocazione per cui chiamato, coltiverà ben’altro facendo fiorire altri deserti come il compiuto sin qui, in quei non pochi deserti, ora suoi fedeli parrocchiani.
Grazie Don Angelo, al tuo successore lasci un nutrito e sano gregge nella fede, non misurabile per quantità e qualità, puoi solo contare le poche pecore nere, nostro malgrado, questi, da oltre duemila anni, le uniche opere che realizzano sono: il raccoglie i frutti dagli altrui coltivati, crocifiggendo chi opera e si adopera, e crocifiggeranno sempre.
Auguri al tuo successore di cui avrà tanto bisogno, atteso il peso dell’opera d’arte che dovrà assumere per il seguito coltivare e terminare parimenti il tuo progettato; di certo non mancherà il tuo prezioso apporto.
Auguri, Don Angelo, poiché non è un commiato, consentimi di regalarti uno dei mie saggi (senza alcun intento poetico, lungi dal mio pensiero);
L’inno alla Vita: chi bramando volar lo splendor la Vita, mai vedrà l’orizzonte della sua, poiché la Vive senza limiti e fine (© Copyright by pietro cati - Latiano 28/05/2011).
Don Angelo, la Tua, non vedrà mai l’orizzonte, giacché le tue opere e l’operando restano e rimarranno indelebili; ringraziarti ! Resta diminutivo, ossia troppo poco rispetto al tuo elargito.
Latiano (Br) 01 settembre 2016
riverente pietro cati".
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