Riceviamo e pubblichiamo:
"Il Consiglio del 18/03/2016 si è chiuso ancora una volta con la consapevolezza che tutto cio’ che viene proposto dall’opposizione a tutela dei cittadini, nel rispetto delle esigenze e delle difficoltà della comunità, subisce la sorte di non essere preso in considerazione da questa Amministrazione che INERTE ascolta, giudica e boccia ogni tentativo di cambiamento positivo della vita dei nostri cittadini.
La mozione respinta, che vede come firmatari i consiglieri di opposizione Claudio Ruggiero, Edmondo Caniglia e Giovanni Bruno, proponeva il riconoscimento di un contributo annuo pari all'importo della Tari per tutte le famiglie che avessero espresso il desiderio di adottare un cane randagio.
Un obiettivo nobile che avrebbe avviato un circolo virtuoso non solo per gli amici a quattro zampe, ma per le stesse casse comunali. Come? L'opposizione snocciola i numeri e ne espone le motivazioni. Il Comune di Latiano mantiene 53 cani randagi accalappiati nel proprio territorio presso la struttura I Giardini di Pluto dei Carovigno (Br) sopportando una spesa annua pari a circa Euro 44.000,00 ovvero 2,20 euro per ciascun cane al giorno. Ipotizzando che una famiglia latianese paghi in media 400,00 euro annue a titolo di Tari il risparmi per le famiglie sarebbe pari a euro 21.200,00 euro mentre il Comune disporrebbe di 22.800,00 euro in piu’ da destinare a scopi di utilità sociale diversi.
Le famiglie che avrebbero fatto richiesta di adozione di un randagio avrebbero potuto beneficiare di una minore pressione fiscale a livello locale che in un periodo di conclamata crisi finanziaria non è da sottovalutare.
Il fenomeno del randagismo sarebbe stato finalmente arginato e circoscritto con conseguente accoglimento degli animali in famiglie interessate ad offrire affetto e cure ai cani. L’adeguatezza delle cure attribuite all’animale sarebbe stata valutata periodicamente da appositi organi preposti a vigilare sulla salute dell’animale, cosi’ come stabilito nella mozione stessa, al fine di evitare fenomeni speculativi.
"Molti sono i comuni – ha evidenziato Giovanni Bruno - che hanno contrastato il fenomeno del randagismo riducendo la Tari. L'obiettivo, in sintesi, era quello di premiare i cittadini che adottano un randagio, garantire una migliore qualità di vita al miglior amico dell'uomo e far risparmiare l'Ente comunale”.
Accusati di strumentalizzazione degli animali, a me presente in aula e ai consiglieri di opposizione si è aggiunta l'amarezza di una controproposta formulata dall'assessore al randagismo, che avrebbe riconosciuto un contributo annuo di 300,00 euro per i soli primi due anni di adozione del cane a sostegno di spese certificate sostenute per la cura e l'alimentazione dell'animale. Ora, se l’adozione di un animale da compagnia contro l’esonero dal versamento della Tari rappresenti un’ignobile pratica di strumentalizzazione di un essere vivente, perché il riconoscimento del contributo biennale non lo è? Se un cane rischia di essere maltrattato al solo scopo di risparmiare il pagamento di un’imposta, chi assicura l’assessore che decorsi i due anni di incasso del contributo il cane non venga maltrattato o addirittura abbandonato permettendone il ritorno all’originario status di randagio?
La mozione prevedeva l’esonero dalla Tari per tutta la durata di vita del cane vincolando il riscontro economico positivo all’intera durata naturale della vita dell’adottato.
F.to Coordinatrice cittadina dei Conservatori e Riformisti
Dott.ssa Maria Spinelli".
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