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sabato 11 maggio 2013

Bentornata Primavera fuori dal centro abitato: per Volpe è un'altra "mazzata" alla comunità


Riceviamo e pubblichiamo:

“Non te ne accorgi, ma… Da qua se ne vanno tutti“

Pochi giorni fa la nostra piccola comunità ha appreso la notizia dei festeggiamenti, ormai come da tradizione, in onore della Festa della Mamma, che prendono il nome di Bentornata Primavera.
Il primo pensiero è quello di dire “ah la solita festa ogni anno. Soliti volti. Solite manifestazioni”. Ebbene non è così. Un paese come il nostro, fermo sotto tanti punti di vista, economici soprattutto, ha la necessità di ripartire o, almeno, di “rimanere a galla”.
La manifestazione, per quanto si possa non essere in linea con il pensiero degli organizzatori, per quanto la si possa considerare ormai attempata, è un classico del nostro piccolo centro. Per intenderla alla Calvino, “è classico ciò che persiste come rumore di fondo anche là dove l’attualità più incompatibile fa da padrona”.
Il fatto che sia stata dirottata in estrema periferia, peraltro in un locale privato, che ha previsto ingresso libero, non ha rilevanza da un punto di vista prettamente economico. Il risvolto sociale è un’altra “mazzata” a quella parte di comunità, impossibilitata a muoversi fuori dal nostro centro, per qualsiasi motivo (non avere a disposizione un auto, una moto; non avere condizioni di salute per muoversi autonomamente lungo un tratto di strada in cui transitano solitamente veicoli in direzione S.Vito dei Normanni). “Bentornata primavera”, uno dei pochi momenti di festosa espressione della nostra laicità, ormai sempre più concetto da rivedere e rivalutare, in certo qual modo ha segnato gli anni d’infanzia di numerose generazioni. In un paese in cui si attendono ormai delle date critiche come le feste cattoliche, la fiera e la “sagra ti li stacchioddi”, per godersi il paese, ritrovarsi, si spera, anche uniti come una comunità di cittadini dovrebbe fare, facendo quadrato anche sulle sue tradizioni, non dovrebbero essere tralasciati per nessun motivo tutti gli effetti concomitanti e susseguenti allo svolgersi di dette manifestazioni.
Inutile nascondere che un paese ha e avrà sempre bisogno di tradizioni, ma le tradizioni sono di tutti e di tutta la comunità. Per quanto possa essere libero l’ingresso, seppur un ingresso troppo defilato rispetto al centro cittadino, non potrà mai essere libero dai condizionamenti che ne deriveranno per i cittadini, impossibilitati a prendervi parte.

PS: Perché non sfruttare la zona pedonale prevista per ogni Domenica mattina utilizzando la piazza di tutti e per tutti ? Troppo spesso ci perdiamo in dibattiti inutili, legati alla rimozione di una fontana, che rientra nella storia ed è un monito per non dimenticare quel pezzo di storia, ma non pensiamo al bene di tutti.

F.to: P.Volpe

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